Sanificazione ambientale oss e case di riposo, come si effettua la sanificazione di una stanza di degenza oss o RSA?
Elevati standard di pulizia, eliminazione degli odori e controllo delle infezioni sono essenziali per l’assistenza di alta qualità in ospedali, case di cura, case di riposo (RSA), reparti oss, reparti di lunga degenza, sale d’attesa e ambulatori. Batteri, virus, muffe e funghi trasportati nell’aria creano odori sgradevoli e diffondono infezioni.
Gli odori sgradevoli possono essere un segno di cattiva gestione, di residenti che non vengono curati correttamente e di personale che non si prende cura di loro. Un ambiente con aria pulita e fresca fa bene a residenti, visitatori e personale, consente loro di rimanere protetti da eventuali infezioni o contaminazioni e di evitare sintomi spiacevoli come quelli riscontrati in caso di inquinamento indoor o di sindrome dell’edificio malato, che abbiamo già trattato in un nostro precedente articolo.
Inoltre, ragionando in ambito di business, i forti odori possono influenzare la scelta di una famiglia quando si cerca una casa di riposo per i propri cari e il personale spesso si prende maggiori giorni di permesso / ferie quando deve lavorare in condizioni spiacevoli.
Il modo tradizionale di pulire le RSA, attraverso operazioni di igienizzazione e disinfezione volte a rimuovere gli odori con sostanze chimiche e disinfettanti non arriva a eliminare completamente la causa principale del problema: i batteri e gli odori tornano molto presto e alcuni microrganismi sono in grado di moltiplicarsi da 1 a 8 milioni di volte nell’arco di un singolo turno lavorativo di 8 ore.
Quindi pulire una casa di cura e garantirne l’igienizzazione e la sanificazione in maniera continuativa possono essere processi molto più complessi di quel che sembra.
In questo nuovo articolo del nostro blog andremo ad analizzare quali misure adottare per l’igienizzazione delle RSA e la sanificazione permanente delle case di riposo.
SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE PERMANENTI NELLE CASE DI RIPOSO, L’IMPORTANZA DELL’IGIENE E I PROBLEMI DA FRONTEGGIARE
Come tutti ben sappiamo, il settore delle RSA è stato particolarmente colpito dalla pandemia che stiamo attraversando. La pulizia e la sanificazione temporanea delle camere, delle zone ristoro e delle aree comuni si sono dimostrate insufficienti per contrastare a dovere la diffusione di virus e patogeni, la mancanza di strumenti di protezione adeguati e la fragilità di alcuni ospiti hanno contribuito a una escalation di contagi e decessi in varie strutture.
I recenti episodi legati alla pandemia da coronavirus hanno dunque “acceso l’attenzione” sulla necessità di mantenere elevati standard igienici volti a contrastare la diffusione di infezioni e la proliferazione di patogeni, virus e batteri, soprattutto all’interno dei luoghi pubblici, nei luoghi di lavoro ed in tutte quelle situazioni in cui l’affluenza ed il passaggio continuo di persone rendono poco controllabile la diffusione di sostanze e organismi potenzialmente pericolosi per la salute del personale, dei clienti e/o degli ospiti.
PERICOLI INVISIBILI
L’aria intorno a noi contiene microrganismi, batteri, virus, muffe, funghi e composti organici volatili spesso dannosi ed aggressivi. I microrganismi aerotrasportati possono creare odori offensivi, diffondere infezioni ed essere responsabili della crescita della muffa. Questi microrganismi (che sono spesso ospitati e trasmessi dal corpo umano) si depositano dall’aria sulle superfici, sulle quali si moltiplicano, aumentando i problemi di odore e il rischio di infezioni.
Le procedure standard di pulizia, disinfezione e sanificazione con sostanze chimiche o ozono offrono solo una soluzione temporanea: non appena viene pulita un’area, i microrganismi presenti nell’aria iniziano immediatamente a ridepositarsi, ricolonizzando le superfici e aumentando nuovamente i cattivi odori ed il rischio di infezioni. Inoltre, gli strumenti utilizzati per pulire possono spesso tramutarsi in un “veicolo” per la propagazione dei patogeni da un luogo all’altro e la sanificazione con ozono, che sembra essere uno degli strumenti più efficaci e utilizzati per la sanificazione delle RSA non permette al personale e agli ospiti di sostare negli ambienti mentre viene effettuata, rischiando di trasformarsi in un costoso e sporadico “palliativo”.
Visto che la corretta pulizia ed igiene degli ambienti passano anche dalla qualità dell’aria che si respira al loro interno e che il mantenimento di elevati standard igienici, di aria pulita e della sanificazione superficiale sono fondamentali se si vuol dare la giusta immagine della propria azienda, salvaguardando la salute di chi occupa le stanze, eliminando gli odori sgradevoli che spesso non per colpa nostra si insinuano al loro interno e contrastando la trasmissione di infezioni e i rischi di contagio da parte di patogeni trasportati dall’aria o depositati sulle superfici, occorre ricercare delle soluzioni tecnologicamente avanzate che consentano di garantire definitivamente l’abbattimento dei cattivi odori, il controllo continuativo delle infezioni ed il mantenimento permanente degli standard di sanificazione ambientale: gli strumenti ideali per prevenire e limitare la diffusione di virus, batteri, muffe, funghi, COV, pollini, polveri sottili ed altri patogeni senza utilizzare continuamente agenti chimici o consumabili.
Quindi, per applicare i corretti standard nei processi di pulizia della casa di riposo, della clinica, o della casa di cura, occorre utilizzare alcuni specifici sistemi di sanificazione perenne, che consentano di eliminare totalmente i cattivi odori causati da persone, animali, scarti di lavorazione dei cibi, o altro e prevenire infezioni come la legionella, la listeria, l’escherichia-coli, l’influenza, le tossinfezioni, la comparsa di muffe e funghi, l’insorgere di asma, allergie e problemi respiratori, o la diffusione di contaminazioni batteriche che rischiano di essere pericolose per la salute dei clienti, dei dipendenti e di tutte le figure che ruotano intorno alla realtà della RSA in questione.
LA FOTOCATALISI: RICERCA E INNOVAZIONE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA
Dall’esigenza di garantire una protezione totale e continua a chi opera all’interno di ambienti con possibilità di rischio biologico, come cliniche, ospedali, case di cura e case di riposo, sono nati degli specifici sistemi di sanificazione perenne, che, rimanendo attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, garantiscono ambienti costantemente sanificati e privi di odori con un netto abbattimento del rischio infettivo, chimico e biologico, senza riversare in ambiente sostanze chimiche come ozono o ipoclorito di sodio, che non permetterebbero agli ospiti dell’RSA di rimanere all’interno degli ambienti durante il processo di sanificazione, costringendo gli operatori a spostarli, con i dovuti “rischi del caso”.
Questi nuovi strumenti per la sanificazione delle superfici da virus e batteri sono anche in grado di purificare l’aria della casa di riposo, utilizzando una speciale tecnologia scoperta in Giappone negli anni Settanta e in seguito sviluppata da enti governativi e ospedalieri: la fotocatalisi ossidativa.
La tecnologia in questione, è in grado di trasformare e mineralizzare le sostanze estranee alla naturale composizione dell’aria, rendendole innocue e rilasciando in ambiente solo molecole di idrogeno e anidride carbonica, proprio come avviene nella respirazione umana, o nella fotosintesi clorofilliana.
Utilizzata in ambito aerospaziale, sanitario, alimentare, sportivo e ovunque siano richiesti i più elevati standard di purificazione e sanificazione ambientale, la tecnologia fotocatalitica, rappresenta un deciso cambio di rotta, verso un futuro più sicuro, sostenibile e salutare, senza utilizzare filtri o sostanze potenzialmente nocive per la nostra salute, come ad esempio avviene con i disinfettanti, o con l’ipoclorito di sodio e le sostanze chimiche comunemente usate per pulire cliniche, case di riposo, RSA e ospizi.
Più sicuri rispetto ai tradizionali macchinari con filtri, i purificatori fotocatalitici decompongono le cellule batteriche e ne bloccano la riproduzione anche in presenza di biofilm. Più efficaci del cloro, del perossido di idrogeno e dell’ozono, ma totalmente innocui per la persona, i materiali e l’ambiente, purificano e disinfettano simultaneamente aria e superfici attraverso un processo ecologico e naturale. Un vero portento!
Il sistema fotocatalitico rappresenta un alleato prezioso per chiunque desideri lavorare e vivere gli ambienti sempre, in piena sicurezza, comfort e benessere, anche all’interno di RSA, case di riposo, cliniche private e case di cura.
COME NASCE E COME FUNZIONA LA FOTOCATALISI PER LA SANIFICAZIONE DELLE CASE DI RIPOSO
Studiata per la prima volta nel 1972 da due scienziati giapponesi, il Dr. Kenichi Honda e il Dr. Akira Fujishima, la fotocatalisi oggi rappresenta una realtà concreta la cui efficacia, bio-compatibilità e sicurezza sono ampiamente dimostrate da un’imponente letteratura scientifica nazionale e internazionale.
In maniera analoga alle piante, la cui clorofilla cattura la luce solare per trasformare acqua e anidride carbonica in ossigeno e glucosio, i purificatori molecolari ad azione fotocatalitica, generano e diffondono nell’ambiente un plasma, invisibile, inodore e totalmente innocuo per la persona e i materiali, ma capace di trasformare e mineralizzare le sostanze organiche in sostanze inorganiche, rendendole inerti, rappresentando la soluzione più efficace ed ecologica per vivere e lavorare in piena sicurezza, salute e benessere in ambiente chiuso.
I purificatori molecolari fotocatalitici per le case di riposo decompongono le cellule virali e batteriche e le loro endotossine, provocando danni irreversibili al loro DNA, fino alla totale distruzione delle cellule nocive. Grazie alla loro capacità di agire anche in presenza di biofilm, bloccano anche la loro riproduzione e propagazione, con un’efficacia superiore a qualsiasi altro antimicrobico.
Privi di filtri, praticamente esenti da manutenzione, i purificatori fotocatalitici agiscono su atomi e molecole, neutralizzando anche le sostanze più piccole, incorporee e pericolose per la loro capacità di arrivare agli alveoli polmonari e da lì, immettersi nel flusso sanguigno.
Dallo spettro estremamente ampio e completo, eliminano sostanze nocive nell’ordine degli 0,001 micron, tra cui virus, batteri, muffe, gas, odori, polveri sottili, allergeni, COV, ossidi di azoto, composti aromatici policondensati, benzene, anidride solforosa, monossido di carbonio, formaldeide, acetaldeide, metanolo, etanolo, ecc, garantendo notevoli livelli di efficacia rispetto alle tradizionali apparecchiature con filtri HEPA o all’ozono, il tutto senza rilasciare in ambiente sostanze nocive per l’organismo umano.
La loro rapida e persistente azione biocida, ad ampio spettro, avviene grazie all’azione combinata tra una speciale lampada brevettata e un particolare materiale chiamato biossido di titanio. Oltre 34.000 studi scientifici e 30 convegni internazionali, attestano l’efficacia del biossido di titanio, applicato alla fotocatalisi, nel garantire un’azione antimicrobica rapida, ecologica ed economica, in totale assenza di effetti collaterali.
IN QUALI AMBIENTI ED AMBITI VIENE UTILIZZATA LA FOTOCATALISI NELLE RSA?
La fotocatalisi è un processo particolarmente efficace, che scompone le molecole delle sostanze pericolose in molecole più semplici e non pericolose per l’uomo mineralizzandole e sanificando in maniera permanente ed efficace sia l’aria che respiri, sia tutte le superfici della stanza in cui è installato il purificatore fotocatalitico, poiché l’azione sanificante avviene senza che l’aria debba per forza transitare attraverso il corpo macchina del purificatore.
In questo modo trasforma l’aria contaminata in plasma purificante sanificando l’aria e le superfici esposte in maniera costante, mantenendo perennemente sotto controllo il rischio di infezioni e contaminazioni virali o batteriche.
Gli studi effettuati sul campo, analizzando la mineralizzazione ed eliminazione di virus, batteri e patogeni effettuata dai sistemi di sanificazione fotocatalitica, hanno rilevato un’efficacia fino al 99,69% su organismi nell’ordine degli 0,001 micron, compresi i batteri che causano la comparsa di muffe e funghi sui muri o sulle superfici di letti e mobili.
Installabile in camere, bagni, aree comuni, reception, uffici, palestre, cucine, celle frigo, ecc, combatte i COV e l’inquinamento indoor, con un’azione mirata sulle polveri sottili e un alleviamento generale dei sintomi allergici.
Ad ambiente chiuso e circoscritto, i tempi medi affinché un’unità fotocatalitica di sanificazione dell’aria entri a pieno regime variano dalle 24 alle 48 ore a seconda dei livelli di contaminazione di partenza. Una volta che l’ambiente è saturo di plasma quattro (circa 8 ore) parte la vera e propria azione sanificante, che consente di abbattere i composti organici volatili e di impedire la riproduzione di virus e batteri sulle superfici in tempo reale.
Infatti, dopo che l’ambiente è saturo e le colonie batteriche sono state sterminate, la sanificazione è costante e pressoché istantanea.
Inoltre questo tipo di tecnologia consente il vissuto in ambiente 24 ore su 24.
TEST SUL CAMPO E CERTIFICAZIONI
Prima di acquistare un purificatore d’aria molecolare ad azione fotocatalitica per la propria casa di riposo, clinica o RSA, da poter installare nelle stanze dei propri ospiti, negli spazi comuni, nei bagni, o negli uffici del personale, è sempre bene richiedere un prodotto certificato e testato, al fine di non incappare in acquisti sbagliati.
Alcune aziende particolarmente affidabili hanno deciso basare la loro ricerca non solo sull’evidenza scientifica, o su studi realizzati in laboratori privati, bensì di andare oltre affidando la prova della totale efficacia dei propri dispositivi per la sanificazione ambientale permanente delle case di riposo ad enti super-partes e riconosciuti a livello globale, come ad esempio SGS, che dopo una serie di severi test in ambiente circoscritto è in grado di determinare la piena efficienza delle unità per la purificazione aria e la sanificazione delle superfici, certificandole. È quindi importante richiedere al fornitore delle apparecchiature per la sanificazione delle RSA la documentazione di terze parti che certifichi l’efficacia e la resa in spazio confinato e in aria del sistema di sanificazione che si andrà a scegliere.
In Italia esistono poche realtà in grado di offrire questo tipo di certificazioni sui propri dispositivi per la sanificazione permanente, è bene quindi fare attenzione a chi ci si rivolge per la fornitura di questo tipo di prodotti.
EFFICACIA VERSO I VIRUS
Che effetti ha questa tecnologia sul virus che ha sconvolto le nostre vite?
In passato la tecnologia fotocatalitica è già stata utilizzata su diversi ceppi di coronavirus (Sars-CoV-1), ottenendo degli ottimi risultati. Inoltre nel novembre 2020 sono stati effettuati test per determinare l’efficacia della decontaminazione dell’aria e delle superfici sull’ms coliphage, un sostituto riconosciuto dei coronavirus.
L’indagine è stata condotta nel laboratorio di prova HygCen Germany GmbH (rapporto di prova SN30794 del 23 novembre 2020) sotto la direzione del Dr. med. univ. Sebastian Werner, in un ambiente di 20m2. Dopo 10 minuti di funzionamento di un particolare modello di purificatore d’aria ad azione fotocatalitica, questo virus non era più rilevabile.
Ovviamente, non possiamo dichiarare categoricamente che le unità di sanificazione dotate di fotocatalisi rimuoveranno anche il coronavirus Sars-CoV-2, comunemente detto COVID-19, poiché allo stato attuale non ci sono sufficienti dettagli liberamente disponibili e a nessuno è consentito eseguire test direttamente in ambiente durante un focolaio con i relativi controlli in atto, quindi nessuno dei test millantati da alcuni produttori è effettivamente stato effettuato in ambiente, bensì in vitro.
Tuttavia ci è giunta notizia che il Governo del Regno Unito abbia scelto di dotare i centri vaccini britannici di macchine di questo tipo, il che fa ben sperare anche per l’efficacia della fotocatalisi verso i virus all’interno dei centri per anziani e delle case di riposo.
In conclusione, non possiamo affermare categoricamente che la fotocatalisi ossidativa sia in grado di uccidere questo specifico coronavirus, tuttavia ribadiamo che questa tecnologia è stata testata contro un’ampia varietà di microrganismi anche più difficili da uccidere al di fuori del corpo umano e tutte le varietà testate sono state ridotte o eliminate.
Tra esse figurano: Clostridium Difficile, Listeria, Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermis, MRSA (batteri Gram-positivi), E coli (batteri Gram negativi), Aspergillus Fumigatus (Funghi) e MS-2 Coliphage (Virus senza involucro, surrogato per Norovirus a causa di somiglianze strutturali).
In passato l’ossidazione fotocatalitica e l’irradiazione germicida tramite luce UV hanno dimostrato di inattivare una vasta gamma di virus. Ci auguriamo un giorno di poter dimostrare gli stessi risultati anche su COVID-19.